
Realizzata con una compatta Nikon P300 questa immagine è stata lavorata con Photomatix Pro
L’HDR, acronimo di High Dynamic Range (Ampia Gamma Dinamica), è una tecnica utilizzata i per ottenere un’immagine in cui l’intervallo tra le aree più chiare e quelle più scure sia più ampio dei metodi usuali.
Come è facile osservare, anche da chi è alle prime armi in fotografia, che ciò che vede il nostro occhio non corrisponde a quanto è in grado di registrare la macchina fotografica. Questo dipende dal fatto che la latitudine di posa, ovvero la gamma di valori di luminosità che il nostro occhio vede sono di molto superiori a quelli che può vedere la nostra macchina. In pratica una macchina fotografica vede correttamente e distintamente solo entro un limitato range di variazione di luminosità. Se pretendiamo di fotografare un cielo luminoso e contemporaneamente un paesaggio scuro, diciamo con una differenza di oltre 4 stop, otterremo risultati validi o solo sul cielo o solo sul paesaggio.
Una possibile soluzione, se non esistessero i software e le tecniche per l’HDR, sarebbe di manipolare manualmente vari scatti realizzati a vari valori di esposizione andando a selezionare da ognuno la gamma tonale che risulta meglio dettagliata.
Le tecniche HDR si basano principalmente sull’idea di prendere scatti multipli dello stesso soggetto in modo da compensare, con le diverse esposizioni delle diverse immagini, la perdita di dettagli nelle zone sottoesposte o sovraesposte di ciascuna singola immagine. La successiva elaborazione automatica della serie di immagini, consente di ottenere un’unica immagine con una corretta esposizione sia delle aree più scure che di quelle più chiare.
Il risultato finale
Gli scatti originali

Scatto ad esposizione corretta

Scatto a +1 Stop