uesto viaggio in Patagonia e Terra del Fuoco ha rappresentato, per molti di noi, un primato; per alcuni è stato definito un nuovo limite, raggiunto e superato. Altri hanno visto cose per la prima volta nella vita. Una cosa che abbiamo imparato tutti, però, è che dopo il lungo cammino per arrivare ai piedi del Fitz Roy o delle torri del Paine, dopo migliaia di passi, l’unico veramente importante è l’ultimo, quello che fa trattenere il fiato, spalancare gli occhi e per un attimo paralizza il dito che era pronto a scattare avidamente da ore e ore.
Per questi paesaggi lunari chiederò in prestito le parole di chi la Luna l’ha conquistata per dire che quel passo, che non è niente per noi, è un balzo gigante per il nostro spirito. Fatto quel passo siamo di fronte all’assoluto, faccia a faccia con l’immensità, con il vento gelido della Patagonia che ci entra dentro e strappa una parte della nostra anima perchè possa vagare in eterno nei cieli del sud.
Non rientreremo più alla vita normale, non le stesse persone di prima.
Quella parte di noi tra i ghiacci e i deserti ci richiamerà ogni momento; ogni momento, ogni sguardo, ogni emozione della Patagonia è scritta nel tempo in modo indelebile, sospesa per sempre là dove nessuno potrà mai togliercela.
Dove la terra finisce, tutto inizia.
Qualche lettura per il viaggio